Ju Jutsu
...C'era una volta, molto tempo fa, un medico di nome Shirobei Akiyama.
La tradizione vuole che egli avesse studiato in Cina i metodi di combattimento del suo tempo,
senza ottenere però il risultato sperato.
Contrariato del suo insuccesso, decise di pregare il Tanjin di Dazaifu e per cento giorni si immerse nella meditazione. Avvenne che un un giorno era nevicato abbondantemente.
Il peso della neve spezzava i più robusti rami degli alberi che rimanevano spogliati.
Gli occhi di Shirobei Akiyama si posarono allora su un albero che era rimasto intatto. Era un salice.
Ogni volta che la neve, accumulatasi sui rami, minacciava di spezzarli, questi si flettevano per liberarsi del suo peso e riprendevano immediatamente la posizione primitiva. Il fatto impressionò vivamente il bravo dottore
che intuendo l'importanza del principio della non resistenza lo applicò alla tecnica del combattimento,
che poi prese il nome di JU-JUTSU...
La codificazione delle forme di lotta a mani nude come il Jujutsu non ha in Giappone una data certa d'inizio.
Quel che è certo è che il Jujutsu serviva al Samurai per annientare il nemico senza l'uso delle armi.
Ogni fondatore del Ryu (scuola) elaborava la propria tecnica e quindi si presentarono diverse scuole con stili differenti tra loro, tra queste ad esempio l'Araki Ryu, il Tenjin Shinyo Ryu, l'Hontai Yoshin Ryu, il Kito Ryu e molti altri ancora.
La loro diffusione è dovuta soprattutto ai RONIN (samurai senza padrone) i quali, non avendo un'occupazione stabile, creavano i loro Ryu e divulgavano la loro conoscenza.
Intorno al 1843 lo Shogun, per conferire ufficialità e ordine, impartì la disposizione del "BU JUTSU RYU SOROKU", letteralmente TRATTATO delle SCUOLE dell'ARTE del COMBATTERE in cui si evidenziavano i 159 Ryu più importanti dell'epoca.
In Italia si distinse la scuola del M° Gino Bianchi che codificò un programma tecnico per i praticanti.
Con l'unione del "Metodo Bianchi" alla scuola Tradizionale "Hontai Yoshin Ryu" si presenta un programma di apprendimento diviso su 3 princìpi: i fondamentali, i settori e i KATA tradizionali.
Di seguito la classificazione dei 3 princìpi con le relative spiegazioni.
I FONDAMENTALI
I fondamentali costituiscono la cosiddetta parte propedeutica del Jujutsu, riguarda:
le posizioni, gli spostamenti, le guardie, le cadute, i colpi, e le parate.
Li vediamo catalogati con il loro relativo nome qui di seguito
SHINTAI / SPOSTAMENTI
Tsugi Ashi (in avanti)
Tsugi Ashi (in diagonale)
Okuri Ashi
Tai Sabaki
SHIZEI / POSIZIONI
Shizentai
Migi/Hidari Shizentai
Jigotai
Migi/Hidari Jigotai
Heisoku Dachi
Hachiji Dachi
Kiba Dachi
Zenkutsu Dachi
KAMAE / GUARDIE
Gedan (bassa)
Chudan (media)
Jodan (alta)
UKEMI / CADUTE
Ushiro Ukemi
Mae Ukemi
Migi/Hidari Yoko Ukemi
Migi/Hidari Mae Mawari Ukemi
ATEMI / PUGNI CALCI
Oi Tsuki
Gyaku Tsuki
Uraken
Empi
Haito
Shuto
Mae Geri
Yoko Geri
Kakato Geri
Mawashi Geri
Ura Mawashi Geri
Hiza Geri
UKE / PARATE
Jodan Age Uke (alta)
Uchi Uke (media interna)
Soto Uke (media esterna)
Gedan Barai (bassa)
Juji Uke (incrociata)
I SETTORI
I settori sono 5, contraddistinti dalle prime 5 lettere dell'alfabeto
sono divisi secondo la tipologia d'azione che ognuno rappresenta
Settore A
Azioni che introducono alla conoscenza delle reazioni di un avversario. Tali movimenti impongono all'avversario stesso un determinato atteggiamento per effetto di un'azione che non comporta di per sè nè la sua resa nè il suo sollevamento.
Settore B
Azioni che, attraverso lo studio dello squilibrio dell'avversario mirano al suo sollevamento e alla sua proiezione.
Settore C
Azioni impostate sulle articolazioni dell'avversario e sulla sua resistenza al dolore. Vengono perciò eseguite azioni di leva senza che intervenga il sollevamento dell'avversario.
Settore D
Azioni che agiscono in particolar modo sulla cervicale. Mirano alla conoscenza della resistenza al dolore e della capacità di resistenza fisiologica agli effetti di strangolamenti e torsioni.
Settore E
Azioni che mirano alla proiezione dell'avversario unitamente a tecniche di disarticolazione o strangolamento. Queste prese possono essere già in atto durante la proiezione, o venir eseguite immediatamente dopo
Esiste anche un programma riguardante le tecniche cosiddette "volanti", implica azioni in cui viene a mancare il contatto col suolo quindi esige una certa determinazione e sicurezza per l'incolumità di entrambi gli atleti che eseguono questi colpi. Molte tecniche di settore richiedono anche l'immobilizzazione a terra dell'avversario,
per impedirne qualsiasi movimento di pratica utilità.
KATA
I Kata arrivano direttamente dalla Hontai Yoshin Ryu,
accrescono attraverso la loro conoscenza la cultura vera e propria del Jujutsu.
Sono classificati 3 Kata base dell' Hontai Yoshin Ryu ognuno con la propria caratteristica principale.
Gyaku no kata
Questo Kata prende in esame tecniche nelle quali colui che si difende controlla colui che attacca attraverso azioni sulle articolazioni del polso, gomito, caviglia ed altro che comportano l'applicazione di forze contrarie (Gyaku) al loro naturale movimento.
Nage no kata
Questo è, come dice il termine "Nage", il Kata delle proiezioni. Gli attacchi di colui che attacca sono gli stessi del Gyaku No Kata.
Oku no kata
Le tecniche inserite in questo Kata sono una combinazione di sei diversi tipi di azioni: leve e torsioni sulle articolazioni, proiezioni, colpi a mani nude e calci, strangolamenti, rotazioni dell'avversario e rianimazione.
Esistono altri kata della scuola HONTAI YOSHIN RYU
che non vengono riportati sulla maggior parte dei libri riguardanti il pogramma tecnico del Ju-Jutsu e sono il
TANTO DORI, YOSHIN NO KATA e il CHOBO KUMI TACHI.